Argenteria solo placcata? Non usare mai questo prodotto o la rovini per sempre

L’argenteria placcata rappresenta una categoria di oggetti molto diffusa nelle nostre case, amata per la sua eleganza, ma spesso fonte di dubbi in merito alla sua cura. Gli oggetti placcati non sono costituiti interamente da argento, ma sono formati da un metallo base – solitamente rame, ottone o altro metallo non nobile – rivestito da un sottilissimo strato superficiale di argento tramite placcatura. Questa tecnica permette di ottenere l’aspetto prezioso e brillante dell’argento puro, contenendo però i costi. Tuttavia, la placcatura comporta attenzioni specifiche in fase di manutenzione e pulizia, poiché la rimozione o il danneggiamento dello strato esterno è irrimediabile.

Perché l’argenteria placcata è così delicata?

La principale caratteristica dell’argenteria placcata è la presenza di uno strato d’argento sottile, spesso inferiore a un decimo di millimetro. A differenza di un oggetto realizzato in argento massiccio, la placcatura si consuma facilmente se sottoposta a sollecitazioni meccaniche, sfregamenti o l’uso di prodotti chimici inadeguati. Sfregare con forza, utilizzare composti abrasivi o prodotti eccessivamente aggressivi può rimuovere rapidamente lo strato superficiale, lasciando affiorare il metallo sottostante e compromettendo irrimediabilmente l’aspetto dell’oggetto.

Un altro aspetto critico è che molte persone, ignorando la natura placcata dei loro oggetti, adottano metodi di pulizia pensati per l’argento massiccio. Questi metodi, se mal applicati, accelerano l’usura della placcatura. È dunque fondamentale riconoscere se un pezzo è placcato o meno prima di intervenire con qualsiasi prodotto.

Prodotti da evitare: cosa può danneggiare per sempre la placcatura

Nel mondo della pulizia dell’argenteria, esistono prodotti e tecniche assolutamente da evitare con oggetti placcati. Il rischio principale è quello di usare detergenti, paste abrasive o metodi meccanici che erodono la superficie:

  • Abrasivi e paste lucidanti: molti prodotti per pulire l’argento contengono microgranuli che, per le posate in argento massiccio, sono efficaci contro le ossidazioni. Sulle superfici placcate, tuttavia, questi prodotti finiscono per asportare anche lo strato d’argento, assottigliandolo rapidamente fino a mostrarne il metallo di base sottostante.
  • Spugne e panni ruvidi: anche l’azione meccanica di spugne abrasive o panni troppo aggressivi abrade la placcatura. È preferibile utilizzare solo panni morbidissimi in cotone o microfibra.
  • Soluzioni chimiche concentrate: acidi, prodotti sgrassanti, ammoniaca e persino l’uso di alcune “ricette della nonna” a base di bicarbonato e sale possono avere un effetto rigenerante sull’argento massiccio ma risultare eccessivamente corrosivi sulla placcatura, generando opacizzazioni permanenti o, nel peggiore dei casi, la formazione di macchie indelebili e micro-perforazioni nella superficie.
  • sfregamento ripetuto: anche azioni ripetute con detergenti “soft” possono consumare il rivestimento. Più si pulisce energicamente, più velocemente si perde la brillantezza e si mostra il metallo di base.

Una menzione particolare va fatta nei confronti del dentifricio; talvolta suggerito per lucidare l’argento, può risultare dannoso per l’argenteria placcata per il contenuto di micro-abrasivi che “lucidano” a discapito dello strato superficiale.

I metodi più sicuri per la pulizia

Quando si possiede argenteria placcata, il criterio di base è: massima delicatezza. Buona norma è quindi:

  • Evitare prodotti abrasivi, prediligendo invece la semplice acqua tiepida e sapone neutro. Una volta risciacquato accuratamente, si consiglia di asciugare subito l’oggetto con un panno morbidissimo, senza strofinare forzatamente.
  • Per oggetti molto ossidati, si può utilizzare un panno specifico per argento, ma solo senza pressione e per pochi secondi.
  • Se necessario, inumidire appena un panno morbido con una minima quantità di soluzione specifica per argento e passarlo solo sulla parte ossidata, risciacquando e asciugando immediatamente.
  • Evitate di lasciare in ammollo e soprattutto di utilizzare dispositivi ad ultrasuoni non dichiaratamente compatibili con argenteria placcata.

Per conservare la lucentezza il più a lungo possibile, è fondamentale anche riporre l’argenteria in luoghi asciutti, avvolta in panni morbidi o in sacchetti anti-tarnish, così da limitare l’accumulo di ossido dovuto all’umidità presente nell’aria.

Come riconoscere la placcatura e cosa fare in caso di danno

Non sempre è facile distinguere un oggetto placcato da uno in argento massiccio, poiché l’aspetto iniziale può essere praticamente identico. Tuttavia, alcuni indizi possono venirci in aiuto:

  • Le posate in argento massiccio portano marchi identici numerici (925, 800, 900) impressi in punti non visibili, mentre la placcatura riporta spesso sigle come “EPNS”, “silver plate” o “Placcato Argento”. Se non si trova alcun timbro, il sospetto di placcatura cresce.
  • Da un punto di vista pratico, se la superficie mostra, in seguito a graffi o usura, colori differenti o zone più opache/giallastre, è probabile che lo strato argenteo sia stato consumato, lasciando intravedere il metallo sottostante.
  • È possibile effettuare un test chimico su una piccola zona nascosta, utilizzando kit specifici reperibili online o in gioielleria, per distinguere argento massiccio e placcato. Questo è consigliato in casi dubbi o per oggetti di valore collezionistico.

Se sfortunatamente la placcatura si rovina, lasciando scoperto il metallo base, non esistono soluzioni fai-da-te per ripristinare la superficie in modo duraturo. Gli eventuali tentativi con pennarelli, vernici o foglia d’argento avranno un effetto solo temporaneo o addirittura dannoso. La procedura corretta è procedere alla riplaccatura da parte di un artigiano specializzato, costosa e spesso non giustificata per oggetti di uso comune.

Quando gli oggetti hanno invece valore affettivo, artistico o storico, è necessario rivolgersi a professionisti del restauro che possano garantire una riplaccatura di qualità, possibilmente replicando anche la finitura antica, come spesso avviene nello Sheffield.

Conservazione e prevenzione: le migliori buone pratiche

La manutenzione dell’argenteria placcata non si esaurisce con la pulizia: una cura preventiva è altrettanto fondamentale. Oltre a utilizzare prodotti e metodi delicati, è importante seguire questi semplici consigli:

  • Evitare ambienti umidi: l’ossidazione e l’appannamento dell’argento sono causati principalmente da umidità e composti solforosi presenti nell’aria. Custodire gli oggetti in ambienti lontani da bagni e cucine aiuta a rallentare questi processi.
  • Utilizzare sacchetti anti-ossidazione: questi sacchetti, specifici per argenteria, catturano le particelle di zolfo prima che reagiscano con la superficie dell’argento e rallentano l’annerimento.
  • Avvolgere ogni elemento separatamente in panni morbidi, per evitare micrograffi dovuti allo sfregamento.
  • Maneggiare con cura: dopo ciascun utilizzo, lavare e asciugare subito l’argenteria, evitando ristagni d’acqua o vapore.

Quando l’ossidazione compare è meglio agire tempestivamente con un panno morbido, senza attendere che lo strato superficiale sia troppo compromesso.

In definitiva, curare correttamente l’argenteria placcata significa proteggerla da sollecitazioni meccaniche e agenti chimici aggressivi. Usare prodotti abrasivi o strofinare con forza ne compromette inevitabilmente la bellezza e il valore, spesso in modo irreversibile. Adottare invece delicatezza, pulizia regolare ma minima e corretta conservazione garantirà lunga vita e splendore ai vostri preziosi oggetti.

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