Non solo sempreverdi: ecco le latifoglie che ripuliscono l’aria del tuo giardino

Nel contesto dell’inquinamento atmosferico urbano e delle crescenti problematiche ambientali, molte persone pensano immediatamente alle conifere e agli arbusti sempreverdi come protagonisti della depurazione dell’aria nei giardini. Tuttavia, esistono anche diverse latifoglie capaci di assorbire inquinanti e migliorare la qualità dell’aria nello spazio verde domestico.

Il ruolo delle latifoglie nella purificazione dell’aria

Mentre le conifere sono spesso considerate una soluzione efficace per l’assorbimento di composti organici volatili e per la loro capacità di agire anche nei mesi invernali grazie alla persistenza degli aghi, numerosi studi hanno dimostrato che le latifoglie possiedono proprietà assai interessanti in termini di rimozione delle particelle sottili. Le foglie ampie e spesso rugose delle latifoglie forniscono una vasta superficie su cui le polveri sottili, come PM1, PM2,5 e PM10, possono aderire e depositarsi. Questa capacità deriva sia dalla conformazione strutturale delle foglie sia dalla presenza di peli e stomi sui lembi fogliari, che facilitano l’intrappolamento delle particelle aerodisperse. Quando piove, questi inquinanti vengono successivamente trascinati al suolo e integrati nel terreno, anziché essere reimmessi nell’atmosfera con il vento o nuovi disturbi meccanici .

Alcuni esempi di latifoglie efficaci per il giardino

Tra le specie latifoglie più note per la loro capacità di migliorare la qualità dell’aria non mancano piante ornamentali e autoctone che si adattano con facilità a diversi ambienti urbani e suburbani:

  • Betulla (Betula pendula): i suoi fusti snelli e le sue foglie, ricche di peli e di superficie, trattengono efficacemente le polveri sottili. La betulla è spesso impiegata anche nei frangivento urbani proprio per le sue doti di “filtro verde”.
  • Tiglio (Tilia cordata): le grandi foglie a cuore sono dotate di una struttura superficiale che consente l’accumulo degli inquinanti. Il tiglio è particolarmente apprezzato anche per l’ombra densa che offre nei mesi estivi.
  • Acero campestre (Acer campestre): diffusissimo nei viali cittadini e nei parchi, è particolarmente efficace contro le polveri sottili e presenta una veloce crescita, utile per ottenere benefici ambientali in tempi ridotti.
  • Platanus (Platano): è tra i migliori alberi “anti-smog” per i centri urbani, grazie all’ampia superficie fogliare e alla capacità di “auto-pulirsi” costantemente per la presenza di piccole squame che si distaccano dalla corteccia rimuovendo anche gli inquinanti lì accumulati .
  • Olmo (Ulmus spp.): altra specie tipica dei viali, offre ampie chiome che catturano efficacemente sia polveri sia composti organici volatili.

Queste piante rappresentano validi alleati per chi desidera ottenere una microatmosfera meno contaminata fuori casa, con vantaggi non solo estetici ma anche pratici.

Le caratteristiche che rendono una latifoglia efficace contro l’inquinamento

Non tutte le latifoglie funzionano allo stesso modo: alcune sono particolarmente indicate grazie ad alcune loro caratteristiche peculiari:

  • Superficie fogliare ampia: più una foglia è estesa, maggiori saranno la superficie di contatto e la possibilità di intrappolare particelle inquinanti.
  • Rugosità e presenza di peli: foglie rugose o pelose sono più efficaci perché trattengono meglio polveri e composti sospesi .
  • Elevato numero di stomi: gli stomi servono anche da punti di scambio tra la pianta e l’atmosfera, favorendo l’assorbimento di alcuni inquinanti gassosi.
  • Velocità di crescita: le specie a crescita rapida riescono a sostituire velocemente il fogliame, potenziando l’azione depurante stagione dopo stagione.
  • Resistenza agli agenti atmosferici: specie adattabili e robuste mantengono la loro efficacia anche in condizioni di siccità, caldo estremo o inquinamento elevato.

Per ottimizzare l’effetto di assorbimento degli inquinanti, è importante anche considerare la disposizione delle piante: una copertura vegetale fitta e multistrato, ad esempio alternando alberi ad alto fusto con arbusti e tappezzanti, permette di ridurre la dispersione delle polveri e dei gas in tutto il giardino.

Integrazione con altre specie e buone pratiche per risultati ottimali

Sebbene molte latifoglie siano estremamente efficaci nella rimozione di particolato atmosferico, l’effetto sinergico tra diverse tipologie di piante è fondamentale per un risultato ottimale. Abbinare le latifoglie a piante aromatiche particolarmente efficaci – come edera, maggiorana e lavanda – consente di agire su un più ampio spettro di inquinanti. Queste piante, secondo gli studi dell’Università del Surrey, si sono dimostrate eccellenti non solo nel trattenere le particelle ultrafini, ma anche nel facilitarne il trasferimento dal fogliame al terreno grazie alle precipitazioni . Il risultato è un ambiente più pulito sia dal punto di vista dell’aria che della salute delle piante stesse.

Come valorizzare la funzione depurante delle latifoglie

  • Curare la salute generale delle piante, innaffiando e fertilizzando secondo necessità per promuovere una costante crescita fogliare.
  • Effettuare potature solo se davvero necessarie, per non ridurre eccessivamente la massa fogliare utile all’assorbimento degli inquinanti.
  • Favorire la biodiversità, piantando diverse specie di latifoglie abbinate a sempreverdi e aromatiche.
  • Curare il terreno per evitare il rialzo della polvere dopo precipitazioni o vento forte: la pacciamatura, ad esempio, riduce il rischio di ricircolo delle polveri accumulate nel suolo .

L’integrazione funzionale di latifoglie con altre essenze vegetali rappresenta quindi una valida strategia per offrire un ambiente più salubre, vivibile e protetto dallo smog, specialmente nelle aree urbane e suburbane dove l’inquinamento rappresenta una delle principali cause di danni alla salute pubblica. Scegliere le specie più adatte e prendersene cura costantemente migliorerà in modo sensibile la qualità dell’aria del tuo giardino e di conseguenza il benessere di chi lo abita.

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