Le piante palustri italiane che puoi usare subito per depurare l’acqua del laghetto

Le piante palustri italiane rappresentano una soluzione immediata per depurare l’acqua del laghetto, grazie alla loro capacità di filtrare sostanze inquinanti e migliorare la qualità dell’ecosistema acquatico. Queste specie vegetali, che vivono nelle zone umide e ai margini dei laghetti, svolgono un ruolo fondamentale nella fitodepurazione, offrendo efficacia già nei primi mesi dall’impianto.

Il ruolo delle piante palustri nella fitodepurazione

Le piante palustri agiscono come veri e propri filtri naturali; grazie alle loro radici assorbono nutrienti in eccesso, metalli pesanti e sedimenti presenti nell’acqua. Questo processo riduce la proliferazione di alghe e mantiene il laghetto limpido e in equilibrio biologico. Le radici delle piante palustri, inoltre, rilasciano ossigeno direttamente nell’acqua, favorendo lo sviluppo di batteri utili nella degradazione delle sostanze organiche e accelerando la depurazione naturale.

Le piante palustri sono anche preziose per la biodiversità. Offrono riparo e habitat per anfibi, insetti acquatici e uccelli, contribuendo a rendere il laghetto un punto vitale per la fauna locale. Nelle zone di transizione riparia fra terra e acqua, queste piante stabilizzano le sponde e prevengono l’erosione del suolo.

Specie italiane da utilizzare subito

Alcune piante palustri autoctone dell’Italia sono particolarmente adatte alla depurazione del laghetto e sono facilmente reperibili presso vivai specializzati. Di seguito una selezione di quelle consigliate per una fitodepurazione efficace, che possono essere impiantate immediatamente:

  • Iris pseudacorus: conosciuto come giaggiolo d’acqua, ha fiori gialli vivaci e radici potenti che filtrano sostanze organiche e nutrienti. Va piantato fino a 20 cm di profondità o su suolo umido.
  • Butomus umbellatus: detto giunco fiorito, cresce immerso da 0 a 20 cm d’acqua lungo rive di stagni e fossati. Ha fiori rosa a ombrella ed è noto per la sua capacità di depurazione e il valore estetico.
  • Lysimachia vulgaris: la primula d’acqua è immersa da 0 a 20 cm d’acqua, molto apprezzata per la fitodepurazione grazie alle radici efficienti e al rapido sviluppo vegetativo. Fiorisce tra marzo e aprile e non teme il gelo.
  • Carex pendula: cyperacea dal portamento pendulo, ideale per terreni sempre umidi ma non sommersi. Efficace nel trattenere nutrienti ed elementi inquinanti.
  • Carex riparia: cyperacea tipica delle zone paludose, ha foglie verdi lunghe e infiorescenze a spiga marrone. Utilizzata anche in impianti industriali di fitodepurazione.
  • Cyperus alternifolius: forma densi ciuffi di foglie verde-blu, preferisce il bordo stagno su terreno umido o immerso in pochi cm d’acqua ed è ideale per laghetti di medie dimensioni.
  • Juncus effusus: uno dei giunchi palustri più diffusi, che contribuisce a stabilizzare le sponde e filtrare sostanze nocive.

Queste specie possono essere piantate direttamente nel laghetto, su suolo umido o in acqua bassa: non richiedono grandi preparativi, basta assicurarsi che il terreno sia pulito e privo di materiali inquinanti.

Modalità d’inserimento nel laghetto

Per ottenere il massimo dai benefici fitodepurativi, è consigliato posizionare le piante palustri lungo la sponda e nella zona di acqua poco profonda (da 0 a 20 cm). In questa fascia, le radici sono più attive nell’assorbire i nutrienti e rilasciano in modo costante ossigeno nell’acqua. La densità ideale varia a seconda della specie, ma di norma si consiglia da 3 a 5 piante per metro quadrato, così da creare un effetto filtrante continuo e stabilizzare le zone di transizione.

Ecco alcune linee guida pratiche per la messa a dimora:

  • Rimuovere detriti e residui dalle aree di impianto.
  • Piantare in gruppi per favorire la colonizzazione e aumentare l’efficacia depurativa.
  • Le piante crescono rapidamente nella stagione vegetativa, quindi si noterà un miglioramento nell’aspetto dell’acqua già nei primi mesi.
  • Non temere il gelo: la maggior parte delle specie palustri italiane è rustica e resiste alle basse temperature.

Nel caso di laghetti piccoli o biopiscine, si possono scegliere varietà meno ingombranti, come Carex variegata o Lythrum salicaria, che formano ciuffi densi e sono particolarmente adatte ad ambienti limitati.

Benefici ambientali e risultati attesi

L’immediata introduzione di piante palustri italiane apporta numerosi benefici non solo alla qualità dell’acqua ma anche all’intero ecosistema del laghetto:

  • Miglioramento della trasparenza dell’acqua grazie all’assorbimento dei nutrienti in eccesso, in particolare i nitrati e i fosfati, che favoriscono la crescita indesiderata di alghe.
  • Aumento dell’ossigenazione mediante il rilascio di ossigeno da parte delle radici: fondamentale per la salute di pesci e microrganismi utili.
  • Stabilizzazione delle sponde: la rete radicale delle piante palustri previene erosione ed evita il dilavamento del terreno circostante.
  • Creazione di habitat per animali acquatici e terrestri: la presenza di vegetazione palustre favorisce la colonizzazione da parte di anfibi, insetti e uccelli, aumentando la biodiversità dell’intero ambiente.

Il processo di fitodepurazione si attiva subito dopo la piantumazione: alcune specie cominciano a svolgere la propria funzione depurativa già nelle prime settimane, mentre altre, come le Carex o i Giunchi, garantiscono una fitodepurazione costante nel tempo, anche durante i mesi più freddi.

Per un risultato ottimale e rapido, gli esperti consigliano di combinare diverse tipologie di piante: palustri per il bordo, ossigenanti sommerse, ninfee per le zone più profonde. Questa diversificazione crea un ambiente equilibrato, favorendo sia la depurazione immediata sia la durata negli anni.

Consigli pratici e mantenimento

La manutenzione delle piante palustri è semplice, ma contribuisce al mantenimento della loro efficienza:

  • Monitorare periodicamente la crescita ed eliminare eventuali parti morte o danneggiate, così da mantenere la capacità filtrante.
  • Integrare con nuove piante se alcune zone risultano spoglie dopo l’inverno.
  • Controllare che le specie scelte siano compatibili e non invasive, così da evitare squilibri nell’ecosistema.
  • Aggiungere gradualmente altre varietà per migliorare la biodiversità e la robustezza del sistema.

La combinazione di piante palustri italiane offerte dai vivai specializzati permette di migliorare immediatamente la qualità dell’acqua, con benefici visibili già nei primi mesi e una garanzia di durata nel tempo. Queste piante si adattano facilmente ai diversi climi italiani e sono particolarmente resistenti alle avversità ambientali, offrendo anche una soluzione decorativa e naturale per il laghetto.

Con la giusta gestione, il laghetto diventerà un ambiente sano, pulito e ricco di vita, in cui la fitodepurazione avviene in modo naturale e continuo, garantendo risultati duraturi e un impatto ambientale positivo.

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